In inglese “cradle” significa culla. Quindi il titolo significa “dalla culla alla culla”…
Si tratta di un gioco di parole sulla famigerata frase aziendale “dalla culla alla tomba”, con cui si intende descrivere l’atteggiamento di alcune compagnie: continuare a rifornire il cliente dalla nascita alla morte coi propri beni o servizi.
In questo caso però la frase “cradle to cradle” si riferisce ad un approccio etico alla produzione, nel massimo rispetto possibile dell’ambiente e delle risorse.
I processi C2C nascono essendo sostenibili: dalla nascita di una generazione alla nascita di quella dopo… Si passano alla prossima generazione delle risorse planetarie meno consumate possibile. Viene anche chiamato “design rigenerativo”.
Con il C2C si cerca di andare oltre il semplice produrre/ riciclare. Nella logica C2C ogni passaggio evita al massimo il consumo di una risorsa e l’inquinamento. Dalla corrente per la produzione, ottenuta solo da energie rinnovabili, all’uso di plastiche più riciclabili possibile.
Per fare un esempio: se una ditta produce oggetti in legno il C2C impone, fra le altre cose, che per ogni albero utilizzato ne venga ripiantato un altro. O, se possibile, che venga utilizzato legno da riciclo. I materiali di produzione sono visti come nutrienti per la nuova produzione a fine vita. Quindi non solo sistemi efficienti, ma anche essenzialmente privi di scarti inutilizzabili.
Nel nostro caso abbiamo iniziato già da tempo con la scelta dei materiali, primi fra tutti l’alluminio, l’acciaio e l’ABS.